How to properly match the shape of the vase to that of the plant
“There is no civilization in the world that has not felt the need
to have its gardens".
Thus, in Pierre Grimal's book The Art of Gardens, what seems to be an innate human need is established, a need to represent oneself in the world, to give outlet to one's self, which evolves over time in tandem with man himself.
How have people's needs changed today? The recent pandemic has in fact awakened in each of us a particular bond with the home, but above all a desire to recreate small natural habitats, where we can dream, closing our eyes, of being in a large lawn or in a park, in contact with plants and flowers. All of this, accompanied by the intention of taking care of something alive and giving it a shape that is suitable to our tastes, has led to rediscovering the beauty and importance of gardens, terraces, or even window sills.
In this rediscovery, the potted plant is particularly relevant, not only because it can be found at different scales in an external garden, a terrace, or indoors, but also because it brings together two elements: the plant, with its posture and needs, and the vase, which is instead a human product, with its shape, material, and finish.
What factors can we consider in choosing the plant to put into a particular pot?
I believe it is necessary to make two premises. The first concerns an inherent need in the plant itself, namely the development of the root system, which is specific to every plant, but which is a factor to be given due importance in choosing the shape and size of the pot. The second concerns the "shape of the plant", which does not always coincide with its natural posture. Many plants are indeed suitable for "sculptural pruning," a term that recalls the topiary art of ancient Roman gardeners, as explained in Grimal's book, and which consists of assigning to the plant, through pruning, particular shapes and geometries. The considerations that follow will involve the posture of the plant, taking into account the possibility of giving it the desired shape in a secondary role.
In examining the shape of the vase, we can identify three guiding principles of reading: the proportions between width and height, the type of lines, curved or squared, and the distribution between solid and empty spaces.
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Per poter usufruire di questo spazio di qualità anche d’estate, invece, è necessario mettere in atto alcune regolazioni, nello specifico la schermatura della radiazione solare e una corretta ventilazione. La prima strategia ha come scopo quello di impedire che i raggi del sole attraversino la superficie trasparente, generando così effetto serra. Pertanto, sono molto diffusi sistemi di ombreggiamento esterni mobili, a regolazione giornaliera o stagionale. La seconda strategia, invece, garantisce una temperatura dell’aria interna mai superiore a quella esterna grazie alla ventilazione indotta dall’apertura dei serramenti (figura 3).
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Relativamente al funzionamento estivo notturno, infine, lo scopo principale è quello di massimizzare la dispersione del calore verso l’esterno. Anche in questo caso si possono osservare due strategie: la prima consiste nel ritirare le schermature solari che si sono predisposte durante il giorno; la seconda è volta alla ventilazione attraverso la casa e la serra grazie alla massima apertura dell’involucro (figura 4).
Prima di optare per l’installazione di una serra bioclimatica, inoltre, è fondamentale prendere in considerazione un altro aspetto, ovvero l’orientamento. L’orientamento da prediligere è quello verso sud: tale esposizione permette di massimizzare la captazione di radiazione solare durante le giornate invernali, quando i raggi nelle ore più calde sono praticamente orizzontali. Viceversa, non costituisce un problema in estate, dal momento che la radiazione è più radente e quindi viene deviata dai sistemi di ombreggiamento, senza così raggiungere e surriscaldare la parete di fondo. Al contrario, spazi vetrati orientati a sud-ovest, possono essere fonte di surriscaldamento estivo se non opportunamente schermati, mentre gli orientamenti ad est e ad ovest non creano più una serra bioclimatica ma solo uno spazio tampone, il quale dà un contributo trascurabile al riscaldamento della casa ma può essere vantaggioso per ridurre le dispersioni termiche sul quel lato.
Di seguito possiamo osservare l’inserimento di uno spazio serra addossato a tre appartamenti (uno con pianta stretta e lunga dotata di due affacci, gli altri due angolari a pianta rettangolare) facenti parte dello stesso complesso residenziale esistente, che dunque ne condiziona l’orientamento. Nei primi due casi – diretti rispettivamente a nord (figura 5) e ad ovest (figura 6) – siamo in presenza di spazi tampone e non di serre bioclimatiche; nel terzo caso, invece, l’affaccio a sud-ovest della serra le garantisce la definizione di sistema solare passivo (figura 7).



Risulta evidente, quindi, che una serra bioclimatica debba presupporre un controllo da parte dell’utente: l’idea deve essere quella di un utilizzatore consapevole dei più basilari fenomeni naturali e delle dinamiche dell’ambiente che lo circondano. Per questo motivo l’utente deve rendersi conto degli effetti delle proprie azioni sull’ambiente (e, in parallelo, sull’architettura solare) per poterne usufruire in modo proficuo e intelligente.
Tre scenari progettuali sull’utilizzo della serra come soglia abitata
I tre alloggi descritti nelle figure 5, 6 e 7 possono essere degli esempi pratici di destinazione d’uso consapevole della serra come soglia abitata.
Nel primo caso, l’esposizione a nord non fornisce elevati valori di illuminamento e, di conseguenza, l’attività musicale può costituire una proposta adatta in quanto non necessita di specifici livelli di comfort luminoso (figura 8). Inoltre, il fatto che la serra occupi tutta la facciata d’ingresso dell’abitazione garantisce un elevato livello di privacy allo spazio privato interno.
Nel caso dell’alloggio con esposizione ad ovest, la quantità di luce in ingresso risulta essere sufficiente e adatta alla crescita di piante rigogliose, ritornando così alle origini del significato della serra (figura 9). In questo secondo caso, la scelta di posizionare lo spazio tampone su lato dell’abitazione con meno giardino, permette di garantire un buon livello di privacy allo spazio interno privato che si affaccia sulla serra, mentre l’altro lato dell’appartamento è separato dallo spazio pubblico grazie all’ampio giardino.
Infine, il terzo appartamento dispone di un’esposizione verso sud-ovest che garantisce un maggior ingresso della luce e risulta essere, quindi, un luogo ottimale per lo svolgimento di attività creative che necessitano di un comfort luminoso elevato (figura 10). Questo è lo scenario migliore, in quanto la conformazione angolare della serra permette la separazione delle funzioni al suo interno (attività ludico-creative e passaggio di persone), garantendo così un elevato livello di privacy.



Sulla base delle considerazioni fatte, la serra non deve essere intesa esclusivamente come luogo di coltivazione delle piante o come spazio abitabile sostitutivo di ambienti domestici; bensì essa è un ambiente di qualità, vivibile in più stagioni all’anno, che amplia i confini della propria abitazione donandole un valore aggiunto. La serra come soglia abitata ricrea il legame perduto tra l’uomo e la natura, nonché tra l’uomo e le proprie passioni, donando a chi vi abita uno spazio protetto e imperturbato per ritrovare se stessi: una sintesi tra la quiete della propria terra e la vita della città, i cui limiti funzionali sono dati solo dalla fantasia dei suoi fruitori.
NB: Tutte le informazioni e le illustrazioni presenti in questo articolo rappresentano un estratto della tesi di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città dal titolo "Abitare la serra: ipotesi progettuali sull’utilizzo della serra come soglia abitata" e non possono essere riprodotte in tutto o in parte senza esplicito consenso dell'autrice.

Adriana Scarponi , from the Marche region, has a degree in construction engineering - architecture and a master's degree in landscape and garden architecture. She is passionate about floral design and has put her expertise and graphic skills at our disposal for this unpublished article.