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Abitare la serra: come portare un valore aggiunto alla
propria casa

“La serra solare è una versione incapsulata del processo vitale su questo pianeta, e forse, da
questo punto di vista, l’uomo può imparare ad accettare la terra come la sua serra solare, e
interessarsi maggiormente della qualità della vita che lo circonda.”

Ogni giorno ci troviamo a vivere in un mondo caratterizzato da uno stile di vita frenetico, scandito dall’avanzamento indisturbato e veloce della tecnologia e dalle scadenze serrate che costringono l’uomo ad essere sempre più “macchina” e sempre meno essere umano. Occasionalmente ci concediamo dei viaggi in luoghi lontani: mezzi di evasione palliativi ed effimeri a questa situazione quotidiana convulsa, che creano l’illusione di un ritrovato contatto con se stessi e con la natura.
Non ci rendiamo conto che, talvolta, non è necessario spingersi molto lontano per trovare un luogo tranquillo dove prendere fiato e coltivare i propri interessi. Il porto sicuro che stiamo cercando lo si può trovare appena al di fuori delle mura di casa, precisamente sulla sua soglia.

La soglia è solo uno spazio residuale della nostra abitazione o qualcosa di più?

Per definire il concetto di “soglia” non basterebbe un libro, tuttavia cerchiamo qui di prenderla in considerazione nella sua accezione elementare: la soglia è quella striscia di materiale rigido che limita inferiormente il vano di una porta e che corrisponde, dunque, ad un confine che mette in comunicazione due ambienti diversi. Nello specifico, la soglia divide l’esterno dall’interno, il pubblico dal privato, la dimensione della città da quella domestica.

 

Nell’epoca contemporanea, a causa delle nuove abitudini dell’uomo quali nomadismo e mobilità, i limiti tra esterno ed interno, tra pubblico e privato sono diventati meno netti, perdendosi e influenzando fortemente le dinamiche dell’abitare: il confine creato tradizionalmente dallo spazio soglia è diventato più labile.

 

Com’è possibile, allora, sfruttare le potenzialità di questo spazio divenuto ibrido al fine di creare un luogo che soddisfi le esigenze dell’uomo contemporaneo? Per prima cosa risulta necessario individuare tali esigenze.

 

  • Innanzitutto, in un’epoca così pesantemente influenzata dalla presenza di social network e diversi mezzi di comunicazione che fungono da riflettori sulla vita privata dell’individuo, la privacy diviene un aspetto imprescindibile una volta oltrepassato il limite che separa lo spazio pubblico da quello privato.

  • In secondo luogo, è importante valutare anche il rapporto con lo spazio esterno: la volontà di chiudersi in un luogo sicuro, infatti, non può e non deve risultare alienante escludendo il contatto con l’ambiente circostante, poiché esso garantisce il benessere psicofisico dell’individuo.

  • Un terzo aspetto caratterizzante i bisogni dell’uomo contemporaneo è senz’altro la ricerca sempre più frequente di spazio addizionale all’interno delle mura domestiche, le quali, talvolta, possono risultare opprimenti.

  • In aggiunta, un tema che ha origine dalla rivoluzione industriale ma che risulta attuale tutt’oggi è quello dell’igiene. Disporre di uno spazio “cuscinetto” garantisce un filtro agli agenti inquinanti esterni, alle intemperie e a tutti quegli elementi che, in assenza di una barriera tra esterno ed interno, possono insinuarsi nell’abitazione intaccandone le condizioni igieniche.

  • Ultimo, ma non per importanza, è il requisito della flessibilità, sia spaziale che funzionale. Invero, nel momento in cui le esigenze personali cambiano a tal punto da non necessitare più delle funzioni inizialmente previste per quel dato ambiente, è necessario che lo spazio soglia possa essere ampliato o ridotto e che non risulti vincolato alle sue destinazioni d’uso iniziali.

 

Una volta individuate le necessità dell’abitante contemporaneo, si può finalmente introdurre l’elemento che darà la svolta all’utilizzo dello spazio soglia, sfruttandone le potenzialità latenti: la serra bioclimatica.

 

Cosa devi sapere prima di progettare una serra

 

Al giorno d’oggi esistono molte fonti di energia rinnovabile di qualità per l’ambiente. In particolare, una tipologia presenta i progressi necessari per poter essere utilizzata ed essere ancora considerata sostenibile: l’energia solare passiva. I sistemi solari passivi permettono di raccogliere, immagazzinare e distribuire energia termica mediante processi naturali, quali radiazione, conduzione e convezione; essi si differenziano dai sistemi solari attivi, i quali necessitano, invece, di energie ausiliarie per poter funzionare.

 

La serra bioclimatica, quindi, è una tecnologia passiva, la quale permette il controllo dei flussi di temperatura e umidità che attraversano l’ambiente. Dal punto di vista energetico, essa contiene i consumi dell’edificio adiacente sfruttando l’effetto serra per ridurne il fabbisogno invernale; dal punto di vista architettonico, invece, crea uno spazio “cuscinetto” fruibile dalle utenze come luogo di transizione tra interno ed esterno, e dunque migliora il comfort abitativo.

 

Dal momento che la serra bioclimatica interagisce costantemente sia con il clima esterno sia con gli utenti all’interno dell’abitazione, è necessaria una costante regolazione – preferibilmente manuale – dell’intero sistema solare passivo sulla base dei regimi di funzionamento della serra stessa.

 

  • Il funzionamento invernale diurno ha lo scopo di massimizzare il guadagno solare, dunque l’involucro trasparente dovrà essere totalmente chiuso per poter captare la massima radiazione anche nelle giornate caratterizzate da nuvolosità sparsa (figura 1).

  • Al contrario, il funzionamento invernale notturno ha lo scopo di minimizzare le dispersioni termiche. Per evitarle, oltre a disporre serramenti che garantiscano una buona tenuta, si può ricorrere a tende isolanti o pannelli rigidi rimovibili (figura 2).

  • Per poter usufruire di questo spazio di qualità anche d’estate, invece, è necessario mettere in atto alcune regolazioni, nello specifico la schermatura della radiazione solare e una corretta ventilazione. La prima strategia ha come scopo quello di impedire che i raggi del sole attraversino la superficie trasparente, generando così effetto serra. Pertanto, sono molto diffusi sistemi di ombreggiamento esterni mobili, a regolazione giornaliera o stagionale. La seconda strategia, invece, garantisce una temperatura dell’aria interna mai superiore a quella esterna grazie alla ventilazione indotta dall’apertura dei serramenti (figura 3).

  • Relativamente al funzionamento estivo notturno, infine, lo scopo principale è quello di massimizzare la dispersione del calore verso l’esterno. Anche in questo caso si possono osservare due strategie: la prima consiste nel ritirare le schermature solari che si sono predisposte durante il giorno; la seconda è volta alla ventilazione attraverso la casa e la serra grazie alla massima apertura dell’involucro (figura 4).

Prima di optare per l’installazione di una serra bioclimatica, inoltre, è fondamentale prendere in considerazione un altro aspetto, ovvero l’orientamento. L’orientamento da prediligere è quello verso sud: tale esposizione permette di massimizzare la captazione di radiazione solare durante le giornate invernali, quando i raggi nelle ore più calde sono praticamente orizzontali. Viceversa, non costituisce un problema in estate, dal momento che la radiazione è più radente e quindi viene deviata dai sistemi di ombreggiamento, senza così raggiungere e surriscaldare la parete di fondo. Al contrario, spazi vetrati orientati a sud-ovest, possono essere fonte di surriscaldamento estivo se non opportunamente schermati, mentre gli orientamenti ad est e ad ovest non creano più una serra bioclimatica ma solo uno spazio tampone, il quale dà un contributo trascurabile al riscaldamento della casa ma può essere vantaggioso per ridurre le dispersioni termiche sul quel lato.

Di seguito possiamo osservare l’inserimento di uno spazio serra addossato a tre appartamenti (uno con pianta stretta e lunga dotata di due affacci, gli altri due angolari a pianta rettangolare) facenti parte dello stesso complesso residenziale esistente, che dunque ne condiziona l’orientamento. Nei primi due casi – diretti rispettivamente a nord (figura 5) e ad ovest (figura 6) – siamo in presenza di spazi tampone e non di serre bioclimatiche; nel terzo caso, invece, l’affaccio a sud-ovest della serra le garantisce la definizione di sistema solare passivo (figura 7).

Risulta evidente, quindi, che una serra bioclimatica debba presupporre un controllo da parte dell’utente: l’idea deve essere quella di un utilizzatore consapevole dei più basilari fenomeni naturali e delle dinamiche dell’ambiente che lo circondano. Per questo motivo l’utente deve rendersi conto degli effetti delle proprie azioni sull’ambiente (e, in parallelo, sull’architettura solare) per poterne usufruire in modo proficuo e intelligente.

 

Tre scenari progettuali sull’utilizzo della serra come soglia abitata

 

 

I tre alloggi descritti nelle figure 5, 6 e 7 possono essere degli esempi pratici di destinazione d’uso consapevole della serra come soglia abitata.

 

Nel primo caso, l’esposizione a nord non fornisce elevati valori di illuminamento e, di conseguenza, l’attività musicale può costituire una proposta adatta in quanto non necessita di specifici livelli di comfort luminoso (figura 8). Inoltre, il fatto che la serra occupi tutta la facciata d’ingresso dell’abitazione garantisce un elevato livello di privacy allo spazio privato interno.

 

Nel caso dell’alloggio con esposizione ad ovest, la quantità di luce in ingresso risulta essere sufficiente e adatta alla crescita di piante rigogliose, ritornando così alle origini del significato della serra (figura 9). In questo secondo caso, la scelta di posizionare lo spazio tampone su lato dell’abitazione con meno giardino, permette di garantire un buon livello di privacy allo spazio interno privato che si affaccia sulla serra, mentre l’altro lato dell’appartamento è separato dallo spazio pubblico grazie all’ampio giardino.

 

Infine, il terzo appartamento dispone di un’esposizione verso sud-ovest che garantisce un maggior ingresso della luce e risulta essere, quindi, un luogo ottimale per lo svolgimento di attività creative che necessitano di un comfort luminoso elevato (figura 10). Questo è lo scenario migliore, in quanto la conformazione angolare della serra permette la separazione delle funzioni al suo interno (attività ludico-creative e passaggio di persone), garantendo così un elevato livello di privacy.

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Sulla base delle considerazioni fatte, la serra non deve essere intesa esclusivamente come luogo di coltivazione delle piante o come spazio abitabile sostitutivo di ambienti domestici; bensì essa è un ambiente di qualità, vivibile in più stagioni all’anno, che amplia i confini della propria abitazione donandole un valore aggiunto. La serra come soglia abitata ricrea il legame perduto tra l’uomo e la natura, nonché tra l’uomo e le proprie passioni, donando a chi vi abita uno spazio protetto e imperturbato per ritrovare se stessi: una sintesi tra la quiete della propria terra e la vita della città, i cui limiti funzionali sono dati solo dalla fantasia dei suoi fruitori.

NB: Tutte le informazioni e le illustrazioni presenti in questo articolo rappresentano un estratto della tesi di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città dal titolo "Abitare la serra: ipotesi progettuali sull’utilizzo della serra come soglia abitata" e non possono essere riprodotte in tutto o in parte senza esplicito consenso dell'autrice.

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Gloria Moscardo, architetto, ha all'attivo una tesi di laurea magistrale sui giardini d'inverno come spazio abitativo, dove ha potuto mettere a frutto non solo un attento lavoro di ricerca ma anche il suo talento nella grafica digitale e nella progettazione degli spazi. Ha lavorato con successo nell'ambito dell'interior design e sta attualmente ampliando le sue competenze in graphic design.

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